La storia di Nespresso, che è un marchio di Nestlé – quindi un brand Svizzero – nasce incredibilmente dall’Italia. A quell’epoca Eric Favre, un ingegnere che lavorava in Nestlè, negli anni ‘70 si trovava con la moglie in viaggio in Italia. Non era solo un viaggio di piacere perché Favre aveva proprio l’intento di scoprire e studiare il segreto dell’espresso all’italiana.
Ben consapevole di quanto l’espresso in Italia fosse unico rispetto a ogni altra parte del mondo, infatti, venne proprio in Italia a cercare ispirazione e per scoprire qual era il metodo per un caffè tanto eccezionale.
A Roma, durante una passeggiata con la moglie, notò che davanti al caffè Sant’Eustachio c’era una fila di persone, mentre nelle altre caffetterie non c’era. Si mise allora anche lui in fila: solo così poteva scoprire cosa avesse quella caffetteria e quel caffè di tanto speciale da attirare così tanta gente. Capì subito che gli italiani, nonostante il territorio ospitasse caffetterie aperte in ogni dove, non sceglievano dove prendere il caffè in base alla location o all’arredamento del bar. La discriminante nella scelta per gli italiani era la qualità del caffè.
Questo dettaglio fu già abbastanza importante: l’italiano conosce e sa distinguere il caffè di qualità e sceglie il bar in base a questo parametro – che ha l’assoluta priorità! Entrando nel caffè, poi, Eric Favre si rese conto anche di un’altra cosa: la qualità del caffè non dipendeva solo dalla miscela, dall’acqua e dalla pressione, ma anche dall’abilità del barista. Notò infatti che i baristi del Bar Sant’Eustachio usavano la leva della macchina del caffè per far entrare nel panetto di caffè anche più aria del solito. Questa aria, miscelata con gli oli del caffè, con l’acqua e gli altri elementi, faceva sì che il caffè fosse particolarmente denso e cremoso.
Eric Favre tornò in azienda con questo nuovo bagaglio di consapevolezza, e propose a Nestlé di brevettare un sistema per replicare l’esperienza del caffè italiano nel monoporzionato senza avere competenze o manualità nel farlo. Negli anni ‘70 questa mossa per Nestlè sembrò una vera e propria pazzia: l’azienda era all’epoca leader nel settore del caffè solubile che è praticamente tutto l’opposto del caffè espresso all’italiana. A dargli ascolto furono quindi in pochi, ma abbastanza da portare avanti il progetto.
Nel 1976, il brevetto per l’espresso monoporzionato in capsula Nespresso era finalmente pronto. Il primo test di mercato per queste macchine avvenne in Giappone: Nestlè lo proponeva soprattutto negli uffici. Il test fallì: il Giappone non era il mercato giusto, le macchine erano ancora troppo ingombranti e forse quello non era ancora il momento…
Il progetto, però, continuò ad essere sviluppato e nel 1986 la macchina Nespresso con le relative capsule venne lanciata nel mercato svizzero e italiano. La macchina che venne lanciata era la C100, una macchina che riprendeva la forma delle macchine espresso da bar ma che funzionava con una capsula.
Neanche questa volta il successo fu immediato, anzi non ci fu affatto! Nestlé tuttavia continuò a lavorare al progetto, lanciando diverse iniziative come il Club Nespresso, il sito Nespresso già attivo nel 1996, e nel 1998 esisteva già l’e-commerce Nespresso! Già da allora Nespresso cercava di gestire le vendite direttamente. Ancora oggi, infatti, le capsule Nespresso si trovano solo nelle boutique Nespresso o nel loro sito internet (solo dal 2021 si sono aperti anche ad Amazon e vi lascio il link perché Amazon è sempre il posto dove si trovano in offerta le capsule Nespresso!).
Nel 1999, Nespresso lanciò una linea di macchine, con relative cialde, professionali per gli uffici; nel 2000, invece, venne aperta la prima boutique Nespresso a Parigi.
Perché proprio a Parigi?
La Francia fu uno dei paesi in cui le macchine e la filosofia Nespresso attecchirono meglio. Ancora oggi Nespresso deve gran parte del suo fatturato proprio alla Francia.
Le boutique Nespresso sono delle vere e proprie icone di eleganza e di come dovrebbero essere i negozi di un certo livello.
Dagli anni 2000 in poi, si verificarono alcuni eventi importanti in merito alla diffusione del brand Nespresso:
- nel 2004 uscì’ la prima Essenza, una macchina molto particolare: Nespresso concesse a De Longhi e Krups la possibilità di produrre a proprio marchio le macchine Nespresso. Questo portò finalmente a un abbattimento del costo delle macchinette. L’Essenza fu anche la prima macchina particolarmente compatta, oltre che economica, e questo favorì moltissimo la sua diffusione nelle case.
- nel 2006, George Clooney diventa testimonial Nespresso. Si dice che Nespresso lo pagò più di 40 milioni di euro per offrire il suo volto al marchio nel corso degli anni di collaborazione. Con gli spot “What else?” George Clooney è diventato un’icona del brand Nespresso. Con George Clooney, Nespresso si posizionò come prodotto premium: Nespresso è un caffè costoso, esclusivo, che strizza l’occhio al settore lusso. E lo si vede dalle boutique come dicevamo e in ogni comunicazione di marketing. Strizza l’occhio ai brand di moda esclusivi e non ai brand tradizionali di caffè.
- Nel 2007 venne rilasciata sul mercato un’altra macchina che ha fatto la storia di Nespresso: la Lattissima. Era una macchina che, accanto alla macchina Nespresso, aveva affiancato un contenitore per il latte, per cercare di replicare il cappuccino all’italiana in maniera facile. Così come l’idea di partenza era stata quella di rendere il caffè espresso all’italiana alla portata di tutti (e indipendente dall’abilità di chi faceva il caffè, in modo che tutti potessero farlo) la stessa cosa si cercava di fare con il cappuccino.
- Nel 2012, è scaduto il brevetto Nespresso: da questa data in poi, tutti i torrefattori (anche i più piccoli come me e vi rimando alle mie capsule artigianali da assaggiare che trovate qui!) hanno potuto produrre capsule compatibili Nespresso. Famosa fu la vittoria in tribunale di Vergnano caffè, a cui Nespresso fece causa. La diffusione così capillare delle macchina Nespresso nelle case italiane fece sì che tutti i torrefattori anche i più piccoli, corsero a produrre capsule compatibili per poter finalmente veicolare il proprio caffè all’interno delle diffusissime macchine Nespresso.
- Nel 2013, il mercato conobbe l’Inissia di Nespresso, la macchina Nespresso più venduta: era economica, piccola e affidabile e ebbe una diffusione incredibile. A distanza di 8 anni, la Inissia è ancora la best seller di Nespresso (qui trovate la mia recensione). Nel 2018, i modelli Essenza Mini hanno affiancato, ma non sostituito, la Inissia nel mercato delle macchine Nespresso. Come ho spiegato nelle mie recensioni, però, la Inissia rimane migliore della macchina lanciata nel 2013.
- Nel 2014 Nespresso è entrata anche nel mercato americano e canadese, terre in cui si beve tutto un altro tipo di caffè per quantità e lunghezza. Nespresso non poteva quindi entrare in questo mercato con capsule da pochi grammi per fare caffè cortissimi. Ideò allora il sistema Vertuo che, nel 2020, è arrivato anche in Italia. Chi ha curiosità di scoprirne i dettagli può consultare la mia recensione.
Nespresso oggi
Nespresso oggi è presente in ogni città con i propri negozi monomarca; ma i clienti hanno comunque sempre a disposizione il loro sito, oltre che su Amazon. Nespresso poi continua a offrire edizioni speciali e limitati che sia il pubblico generico che i più appassionati hanno sempre curiosità di provare.
Tutti i torrefattori, me compreso con il mio 99 Caffè, producono capsule per la compatibilità Nespresso ma non solo: abbiamo un debito nei confronti di questa brand che ha fatto sì che il monoporzionato e le macchine Nespresso entrasse in tantissime case in tutto il paese e in tutta Europa.
Il successo di Nespresso è fatto di tanti passaggi che nel corso degli anni si sono succeduti. Sicuramente i capitali iniziali di Nestlè sono stati fondamentali per lanciare il brand, ma sono state fatte anche tante scelte coraggiose che hanno determinato il suo successo. Tra tutte, il fatto di posizionarsi con una strategia da bene di lusso e non da semplice caffè e la scelta dei giusti testimonial, e le partnership hanno fatto sì che Nespresso sia oggi uno dei grandi protagonisti del mercato del caffè, anche in Italia.
A Nespresso va anche il merito di aver portato la qualità dell’espresso all’italiana come al bar in tante case e con solo 5 grammi di caffè, quando la ricetta tradizionale ne prevede 7g. Un grande trucco a cui i consumatori non danno peso ma che su miliardi di capsule vendute ogni anno, fa guadagnare tantissimi soldi in più a Nespresso.
Ma è stato Nespresso a inventare il caffè monoporzionato? No, è stato qualcun altro… ma questa è un’altra storia.
Scrivetemi nei commenti se volete che la approfondisca.